Quando giochi in casa: Il Lombardia.

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Il dilemma se iscrivermi o meno l’ho avuto fino a qualche settimana prima della gara. Ma come si fa a non partecipare quando la Gran Fondo ti parte proprio sotto casa. Quando rotoli dal letto per montare in sella e alle 7.10 dopo pochissimi metri di strada, sei già in griglia ad aspettare la partenza. Proprio per lo stesso motivo partecipai lo scorso anno, in compagnia di Caterina, fedele compagna d’avventure ciclistiche. Quest’anno invece ho deciso di andare da sola e di partire defilata in fondo. Senza pretesa alcuna, ma con lo stesso spirito con cui partecipo generalmente alle classiche pedalate domenicali con gli amici ciclisti. B3BFF821-DF16-4C03-A4EC-53587CB1BC0A

Partenza dall’hangar alle 7.30. Ho iniziato a pedalare infreddolita e un po’ assonnata. Inizialmente poco energica, ma come sempre l’energia l’ho guadagnata lungo il percorso, utilizzando bene i primi km come riscaldamento. A due settimane dalla maratona, che correrò tra pochi giorni a Venezia, il pensiero era tutto li. Alle mie gambe, ai miei muscoli, alle mie forze. Ho pedalato fin dal primo chilometro pensando al tanto temuto Muro, quest’anno opzionale. Affrontato per la prima volta lo scorso anno, ho ancora vivido il ricordo di quel maledetto mal di schiena che non mi ha lasciata in pace per una settimana. Quest’anno fortunatamente non è andata cosi. Sono riuscita a vivere ogni tratto del percorso con la mente libera e il corpo rilassato, gustando ogni singolo tratto e anche se ho deciso di affrontarla da “sola” i volti familiari e amici non sono mancati. Mentre mi dirigevo lungo la strada che porta a Bellagio per andare a prendere il Ghisallo, guardandomi attorno ho incrociato per caso il volto amico di Mirko un ragazzo di Roma che ho conosciuto tramite Mavic. Lo saluto contenta di averlo trovato tra migliaia di ciclisti sconosciuti. Subito dopo qualche km, lo vedo scambiare quattro chiacchiere con un altro ciclista.. è Omar Di Felice. Ora lo sono anch’io. Felice di averli incontrati lungo la strada che li ha visti protagonisti nella loro impresa: La Como-Roma express. Abbiamo fatto qualche chilometro insieme, dopodiché li ho visti rallentare; aspettavano qualcuno? o forse non avevano voglia di tirare ma di godersi semplicemente il paesaggio. In effetti, credo che per il percorso e il livello di panorama, questa sia tra le GF più affascinanti, motivo per cui la partecipazione di ciclisti stranieri quest’anno è stata molto alta e sia nei giorni precedenti che seguenti, il turismo straniero in sella alla bicicletta è stato piuttosto intenso.

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Ghisallo

In questi anni grazie allo sport che pratico quotidianamente, mi rendo ancor più conto di vivere in un luogo davvero meraviglioso. L’ho pensato anche durante l’ascesa verso il Muro di Sormano. Quando i pensieri non pensano piú, ma ti abbandonano totalmente.

Il Muro di Sormano è una salita corta, ma durissima. 2.4 Km che iniziano da Ponte del Corno verso una scalata di 300 metri, con una pendenza media del 12% raggiungendo punte fino al 27. La strada è stretta situata all’interno di un bosco che gli fa da cornice e ne addolcisce le curve pazzesche dei suoi quattro infiniti tornanti.

Salire sul Muro lascia senza parole, non solo per via del fiato che manca. E’ un tratto di asfalto affascinante e  significativo per chi ama questo sport. Si rimane con il fiato sospeso e lo sguardo rapito da quelle scritte per terra che vorresti ma non riesci a leggere bene, mentre sei li che stringi i denti e ti aggrappi al manubrio per non cadere all’indietro. “Devi pedalare per non perdere l’equilibrio..” citando Einstein. Ecco, sul muro è esattamente cosi. Mentre le gocce di sudore ti scorrono sul volto e  ti fanno bruciare gli occhi. La sensazione di equilibrio precario ti fa maledire per un attimo questo bellissimo sport, ma subito dopo te lo fa amare ancor di piú. 39D688B6-F394-48E4-8AC6-DF3A3326440C

È sempre incredibile ed emozionante riuscire ad affrontarlo tutto. Quest’anno in cima peró mi sono fermata al ristoro per rifocillarmi un po’ e per salutare gli amici della Croce Rossa di Lipomo che ringrazio per avermi assistita e incitata lungo il percorso. Dopo una banana, una barretta e avere bevuto un po’ di sali, prendo la bici e riparto. Un po’ stanca, ma motivata a continuare.

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Muro di Sormano

La tensione post Muro è scesa, anche se la salita ancora non è finita. Si deve rientrare a Como, su un tratto di strada non del tutto pianeggiante e che conosco molto bene. Incontrerò un gruppetto di ciclisti con un passo regolare sui 30 Km/h. Mi accodo a loro. Non ho voglia di mettermi a tirare, non ho voglia di buttare via energie. Seguirò la scia e mi lascerò trainare per 20 Km circa, arrivando a Como, dove il traffico domenicale della città è abbastanza intenso. Cercando di fare attenzione agli automobilisti impazienti che sfrecciano da tutte le parti, mi dirigo verso via Tommaso Grossi, dove si svolterà a sinistra verso la salita che porta a Brunate. Si va a Civiglio. Ultima salita finale. Quest’anno su decisione di RCS, vista la pericolosità e il traffico non controllato, l’arrivo è stato programmato in cima al GPM. Devo dire che questa soluzione l’ho apprezzata molto. Arrivo piú tranquillo dell’anno scorso e una grande festa per noi allestita in una bellissima location vista lago, in zona tempio Voltiano.

All’arrivo incrocio qualche conoscente tra cui Pietro. Rientro in città con lui dirigendoci insieme al classico “Pasta party” e poi via, a casa diretta a farmi la doccia, per poi condividere un gelato in centro città con l’amico Alessandro Vanotti, anche lui presente a questa Gran Fondo. Quattro chiacchiere insieme e via, prendo la mia fedele bici da città e rientro a casa.

Come sempre, a distanza di qualche giorno da questa GF, posso dire di essere soddisfatta e di essermi divertita. Nonostante non abbia fatto classifica, sono contenta del risultato ottenuto. Pur non essendomi impegnata, l’ho chiusa in 4:11’ con una media di 26.27 km/h.

Devo ammettere che nonostante la grande voglia di partecipare vivo sempre con un po’ di tensione ogni GF, ma la pace che provo all’arrivo è inspiegabile ed è per questo motivo che ho sempre voglia di mettermi alla prova in gara.

Anche se lavoro nel ciclismo, non corro in bici per professione, ma mi alleno con passione quasi ogni giorno e in questa Gran Fondo di casa piú che metterci le gambe,  posso sicuramente dire di averci messo il cuore.

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